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Il Cliché nella Stampa a Caldo

Il Cliché nella Stampa a Caldo


Composizione, fabbricazione e utilizzo del cliché: lo strumento principale nel processo di stampa a caldo.


Nel mondo della cartotecnica e degli stampati di lusso, il cliché rappresenta una delle componenti più rilevanti e sofisticate, soprattutto nel processo di stampa a caldo. LCF, con oltre trent'anni di esperienza nel settore, si distingue per l'eccellenza nel realizzare packaging di lusso utilizzando cliché raffinati, realizzati dalle migliori aziende. In questo articolo, esploreremo la composizione del cliché, il suo ruolo nel processo di stampa a caldo e le sue specifiche tecniche che rendono unica ogni realizzazione.

 

Composizione e Fabbricazione del Cliché

Il cliché è lo strumento più affascinante del procedimento di stampa a caldo: una lastra in ottone (o magnesio o rame) su cui viene inciso - con una precisione millimetrica - il disegno che dovrà essere riprodotto sulla superficie di stampa.

 

Per replicare con precisione il disegno del cliché, è essenziale comunicare all'azienda produttrice il tipo di macchinario utilizzato per la stampa a caldo. In questo modo, si potrà tenere conto dell'espansione del cliché durante la fase di stampaggio del prodotto, poiché si allunga di una piccola percentuale a seconda del macchinario, aumentando le dimensioni stampate sul supporto.

 

 

 

 

I cliché in Ottone

Il cliché in ottone viene prodotto partendo da una lastra di 7mm di spessore incisa con una macchina fresatrice programmata per riprodurre il disegno solcando la lega metallica. L’ottone viene spesso utilizzato per i cliché necessari nelle nobilitazioni con rilievo o in rilievo abbinato alla stampa a caldo, perché permette una precisione dei punti in profondità che, una volta stampati, diventano dei dettagli spettacolari alla vista e al tatto.

 

Il cliché in ottone con contromatrice in resina rappresenta una scelta eccellente per realizzare rilievi a più livelli in 3D estremamente dettagliati. La contromatrice in resina viene sagomata per adattarsi perfettamente alla forma e alla struttura del cliché in ottone. Questa combinazione permette di ottenere effetti di rilievo profondi e complessi, ideali per applicazioni che richiedono una qualità visiva superiore e una texture particolarmente raffinata.

 

I cliché con contromatrice in polimero, d'altra parte, sono comunemente usati per lavori che richiedono rilievi semplici e non elaborati. La contromatrice in polimero, essendo meno dura rispetto alla resina, rende il processo di stampa più versatile e adattabile a supporti di vari materiali.

 

I cliché in Magnesio

Il cliché in magnesio è prodotto a partire da una lastra di 7 mm di spessore, sulla quale viene applicata una pellicola fotografica pre-incisa con il disegno desiderato. Successivamente, questa lastra viene esposta a una fonte di luce intensa che deteriora le aree della pellicola non protette dall'inchiostro, lasciando esposte solo le parti del disegno. Dopo l'esposizione, la lastra viene immersa in un bagno di acido, che corrode le parti esposte della lastra di magnesio. Questo processo permette di scolpire il materiale nelle zone non protette dalla pellicola, formando così il rilievo con il disegno richiesto.

 

Durante la corrosione l’azione dell’acido può non essere precisa e ciò si traduce in una poca accuratezza della sagoma finale – la cosiddetta “spalla” - che, se dovesse essere impiegata in lavorazioni che prevedono una forte pressione, comporterebbe una stampa con sbavature.

In alcuni paesi come la Germania, non è consentita la lavorazione del magnesio per la produzione di cliché, a causa dell’alta tossicità dell’acido con cui viene lavorato.

 

La stragrande maggioranza dei cliché, infatti, è ormai prodotta in ottone: una lega in grado di reggere le grandi pressioni, a differenza del magnesio che è un materiale molto morbido, ottimo conduttore di calore.  Lo stesso discorso vale per il rame: è uno dei materiali che gestiscono meglio le alte temperature ma viene preso meno in considerazione a causa del suo alto costo.

 

La funzione del cliché nel procedimento di stampa è cruciale, deve saper riprodurre ogni dettaglio del disegno e deve saper reggere i ritmi di tiratura, anche quelli più estremi, senza rovinarsi per usura o per impurità del supporto. Ne risentirebbe, ovviamente, il risultato finale.

 

 

 

 

Il Ruolo del Cliché nella Stampa a Caldo

Nel processo di stampa a caldo, il cliché ha il compito di trasferire il disegno sul materiale del packaging, come carta, cartoncino o materiale sintetico. Questo avviene riscaldando il cliché a una temperatura ottimale, che varia a seconda del film utilizzato e del supporto da stampare. Il cliché caldo trasferisce sul supporto il film da stampare - spesso dorato o colorato - riproducendo il disegno del cliché sul materiale sottostante.

La combinazione di calore e pressione è determinante per assicurare che il disegno venga trasferito con precisione, senza sbavature, mancanze e imperfezioni.

 

Il Cliché: non un semplice strumento

Il cliché non è solo uno strumento tecnico, ma un vero e proprio artefatto che incarna la sinergia tra artigianalità e tecnologia avanzata. In LCF, ogni cliché è progettato e realizzato con la massima cura, assicurando che ogni dettaglio del packaging rifletta l'eleganza e la qualità che il mercato del lusso richiede.

Attraverso l'uso di tecnologie all'avanguardia e materiali di prima scelta, LCF continua a innovare nel campo della stampa a caldo, elevando continuamente gli standard di eccellenza nel packaging di lusso con lo sguardo sempre rivolto alla sostenibilità.